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Progetto "Women mean business and economic growth": promuovere la presenza femminile ai vertici dell'economia

E' stato presentato il 28 ottobre scorso, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il progetto europeo "Women mean business and economic growth", finanziato nell’ambito del programma “Progress”.

Il Progetto, della durata di due anni, è coordinato dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri in partenariato con l’Università Luigi Bocconi di Milano – Centro “Carlo F. Dondena”, ed ha l’obiettivo di promuovere la presenza femminile nelle posizioni apicali economiche  e di  studiare gli effetti della partecipazione femminile nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali delle società a controllo pubblico dopo l'entrata in vigore della Legge n. 120 del 2011 (c.d. Golfo-Mosca) e del Regolamento attuativo della legge stessa, DPR 251/2012.
La legge prevede che le donne debbano ottenere almeno il 33% degli amministratori e dei componenti dei collegi sindacali, fissando un target del 20% per il primo rinnovo.
In caso di non conformità alla legge le procedure possono culminare in una decadenza degli organi.

Il Dipartimento per le Pari Opportunità è la struttura deputata a realizzare il monitoraggio e la vigilanza sull’applicazione della legge 120 del 2011 e del relativo regolamento di attuazione, in relazione alle società controllate in maniera diretta e indiretta da pubbliche amministrazioni, non quotate nei mercati regolamentati.

Il Vice Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Cecilia Guerra, ha aperto i lavori evidenziando come "le quote di genere servono e i Paesi che le hanno sperimentate hanno avuto risultati positivi: la presenza femminile nei Consigli d’amministrazione è un fattore di stimolo e determina la partecipazione più attiva delle donne in tutta la filiera”.  “Ci stiamo chiedendo – conclude Guerra - se questa modalità possa essere estesa anche ad altre realtà pubbliche, come ad esempio le aziende speciali, gli enti pubblici, le agenzie e le authority”.

Mentre per il Capo del Dipartimento per le Pari Opportunità, Cons. Ermenegilda Siniscalchi, "occorre un vero e proprio colpo d'ala perché il sistema introdotto dalla legge è temporaneo, in quanto dura dieci anni”, per il Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Cons. Roberto Garofoli “nonostante il tasso di occupazione femminile italiano sia particolarmente basso nell’Unione Europea, studiosi, enti di ricerca e osservatori del “Sistema Italia” sono indotti ad individuare nella sottoutilizzazione del talenti femminili una delle possibili risorse ancora  su cui puntare”.

Nel corso dell'incontro il Cons. Monica Parrella, Direttore Generale dell’Ufficio per gli interventi in materia di parità e pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha reso pubblici i primi dati sull’applicazione della legge Golfo-Mosca, relativi soltanto alle società sottoposte a vigilanza che hanno rinnovato gli organi dal febbraio 2013.

Nelle 25 società non quotate controllate direttamente dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, la percentuale di donne presenti nei consigli d’amministrazione è del 20,2%, mentre la percentuale di donne nei collegi sindacali è del 34,7%. Di queste 25 società 3 hanno un presidente donna (nel 2011 era una).
Delle 294 società controllate direttamente e indirettamente dal Ministero, dall’entrata in vigore della legge sulle quote 69 hanno rinnovato il consiglio d’amministrazione e 56 i collegi sindacali. La percentuale di donne ammonta rispettivamente al 29,4% e al 35,4%.

Il dato relativo alle società sottoposte al monitoraggio che hanno rinnovato gli organi e ne hanno comunicato la composizione al Dipartimento per le Pari Opportunità (171 in tutto) è uniforme da nord a sud Italia: per i consigli di amministrazione la percentuale di donne al nord è del 29,9%, al centro del 28,4%, al sud e isole del 30%; per i collegi sindacali la percentuale è di 35,3% al nord, del 34% al centro e del 27,8% al sud e isole. Il numero di società delle quali sono pervenute informazioni è invece molto differente da nord a sud: 83 segnalazioni da società del nord, 78 da società del centro e soltanto 10 dal sud e isole.

Fonte: Dipartimento per le Pari opportunità

 

Data di pubblicazione: 08/11/2013 13:40
Data di aggiornamento: 08/11/2013 13:47