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Impresa sociale: in 10 anni raddoppia l'occupazione e favorisce la conciliazione vita-lavoro

Fra il 2003 ed il 2012 le imprese sociali sono passate da 8.500 a circa 17.600 unità mentre gli addetti del settore hanno superato le 400.000 unità. E anche se per il 2014 il saldo occupazionale è previsto in calo (-0.8%) resta migliore rispetto alle aspettative del complesso dell’imprenditoria italiana (-1.5%). 
 
Un settore a favore dell'inclusione sociale, con la domanda di lavoratori immigrati che, pur diminuendo, si mantiene più elevata rispetto alle altre imprese (16% contro 14% delle assunzioni programmate). 
Anche il part time dovrebbe rappresentare oltre la metà delle assunzioni previste nel 2014, a fronte di un valore medio nazionale del 26%. Un segno della volontà di queste imprese di  venire incontro alle esigenze di alcune categorie di lavoratori (donne, giovani, persone svantaggiate) di conciliare i tempi lavorativi con la famiglia, lo studio e altre attività.
Meno evidenti sono anche le differenze di genere, visto che per la grande maggioranza delle assunzioni i due generi sono ritenuti indifferenti. E quando viene effettuata una scelta vengono nettamente preferite le donne (24%) agli uomini (6%). 
 
I dati emergono dall'indagine Excelsior sul settore presentata da Claudio Gagliardi, segretario generale di Unioncamere, nel corso delle Giornate di Bertinoro per l'economia civile promosse dall'Aiccon - l'Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit.
 
"Le imprese sociali si confermano un soggetto di assoluto rilievo nel tessuto produttivo del nostro Paese. Perchè costituiscono  - ha aggiunto Gagliardi - un modello di impresa che crea maggiore occupazione e produce innovazione sociale. Un modello che dimostra di saper combinare la crescita economica con il benessere sociale, attraverso una sempre stretta integrazione tra imprese "non profit" e imprese "profit". Ma questa 'ibridazione' ha bisogno anche di luoghi istituzionali che contribuiscano a favorirla e rafforzarla nelle realtà territoriali. In questo senso, la Camera di Commercio rappresenta il naturale punto di riferimento delle imprese sociali secondo una logica di sussidiarietà."
 
 
Ulteriori dati nel comunicato stampa

 

Data di pubblicazione: 14/10/2014 09:17
Data di aggiornamento: 14/10/2014 09:24