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Conciliazione vita lavoro nel pubblico impiego, le linee guida del governo

02 August 2017

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Tutte le amministrazioni pubbliche applicano le direttive sulla conciliazione vita lavoro in base alle quali entro tre anni almeno il 10% dei dipendenti avrà accesso allo smart working: nessuna categoria di lavoratori pubblici è aprioristicamente esclusa, saranno le singole amministrazioni a stabilire le regole interne sulle attività compatibili con il lavoro agile.

Sono le indicazioni di massima contenute nelle Linee Guida sull’organizzazione del lavoro finalizzate a promuovere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti pubblici, contenute nella Direttiva del presidente del Consiglio dei ministri dello scorso primo giugno 2017, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 17 luglio. Il provvedimento attua le disposizioni contenute nei commi 1 e 2 dell’articolo 14 della legge 124/2015.

Gli strumenti di smart working si applicano ai dipendenti a tempo indeterminato e determinato, e si concretizzano in:

La prestazione lavorativa in smart working si svolge in base alle regole, nel frattempo intervenute, della legge sul lavoro agile, e non varia la natura giuridica del rapporto di lavoro, che resta da dipendente. E’ previsto un accordo scritto fra le parti che individui eventuali limiti alla flessibilità spaziale della prestazione lavorativa al di fuori dei locali aziendali, individuazione dello smart working rispetto al normale orario di lavoro, utilizzo di tecnologie per il lavoro flessibile.

Le direttive prevedono poi convenzioni con asili nido e scuole per l’infanzia, servizi di supporto alla genitorialità, individuano i pilastri per l’attuazione delle linee guida (modelli di lavoro, valutazione delle performance, innovazione tecnologica), forniscono indicazioni operative per lo sviluppo dello smart working, chiarimenti su gestione del rapporto di lavoro, questioni sindacali.


Fonte: Direttiva Presidente del Consiglio dei ministri pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 17 luglio 2017