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Impresa sociale: in 10 anni raddoppia l'occupazione e favorisce la conciliazione vita-lavoro

14 October 2014

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Fra il 2003 ed il 2012 le imprese sociali sono passate da 8.500 a circa 17.600 unità mentre gli addetti del settore hanno superato le 400.000 unità. E anche se per il 2014 il saldo occupazionale è previsto in calo (-0.8%) resta migliore rispetto alle aspettative del complesso dell’imprenditoria italiana (-1.5%). 
 
Un settore a favore dell'inclusione sociale, con la domanda di lavoratori immigrati che, pur diminuendo, si mantiene più elevata rispetto alle altre imprese (16% contro 14% delle assunzioni programmate). 
Anche il part time dovrebbe rappresentare oltre la metà delle assunzioni previste nel 2014, a fronte di un valore medio nazionale del 26%. Un segno della volontà di queste imprese di  venire incontro alle esigenze di alcune categorie di lavoratori (donne, giovani, persone svantaggiate) di conciliare i tempi lavorativi con la famiglia, lo studio e altre attività.
Meno evidenti sono anche le differenze di genere, visto che per la grande maggioranza delle assunzioni i due generi sono ritenuti indifferenti. E quando viene effettuata una scelta vengono nettamente preferite le donne (24%) agli uomini (6%). 
 
I dati emergono dall'indagine Excelsior sul settore presentata da Claudio Gagliardi, segretario generale di Unioncamere, nel corso delle Giornate di Bertinoro per l'economia civile promosse dall'Aiccon - l'Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit.
 
"Le imprese sociali si confermano un soggetto di assoluto rilievo nel tessuto produttivo del nostro Paese. Perchè costituiscono  - ha aggiunto Gagliardi - un modello di impresa che crea maggiore occupazione e produce innovazione sociale. Un modello che dimostra di saper combinare la crescita economica con il benessere sociale, attraverso una sempre stretta integrazione tra imprese "non profit" e imprese "profit". Ma questa 'ibridazione' ha bisogno anche di luoghi istituzionali che contribuiscano a favorirla e rafforzarla nelle realtà territoriali. In questo senso, la Camera di Commercio rappresenta il naturale punto di riferimento delle imprese sociali secondo una logica di sussidiarietà."
 
 
Ulteriori dati nel comunicato stampa