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Rapporto Ocse "How's Life 2013": donne italiane sempre meno felici

08 November 2013

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In Italia la disparità tra generi, ben lungi dal diminuire, è addirittura in aumento: le donne lavorano in media 11 ore in più degli uomini a settimana. A sottolinearlo è il rapporto "How's Life 2013" dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse).
Numerose le variabili prese in considerazione dall'analisi, che corrispondono ad altrettanti criteri per definire il livello di benessere e la sua percezione in 34 paesi: dall'educazione ai rapporti sociali, dalla confortevolezza abitativa alla sicurezza personale, passando per lavoro, guadagni, educazione civica, salute, crescita e rapporto tra vita privata e lavoro. In nessuna di queste categorie l'Italia si colloca nella fascia di eccellenza, anzi è quasi sempre fanalino di coda in classifica. Ne consegue che il livello di soddisfazione degli italiani è ben al di sotto della media Ocse, che comprende non solo i paesi del Nord Europa, tradizionalmente considerati più "evoluti" dal punto di vista sociale, ma anche nazioni come Messico, Cile, Corea e Giappone.
Entrando nello specifico della situazione femminile, la relazione tra differenza di genere e benessere viene affrontata nel quarto capitolo del Rapporto, nel quale vengono presi in considerazione tre indicatori: il tasso d’occupazione (47% rispetto al 60% della media), tasso di fertilità (1,4 figli a testa) e la quantità di tempo dedicato a cura e pulizie. Ne emerge che le donne italiane dedicano 36 ore la settimana ai lavori domestici, mentre gli uomini meno della metà, non andando oltre le 14 ore: si tratta del divario maggiore tra tutti i Paesi industrializzati. Sommando lavoro dentro e fuori casa, il risultato non cambia di molto: sono in media 11 le ore in più a carico delle donne. Una situazione peggiore a quella italiana viene registrata solo in Giappone (dove le donne si dedicano a lavori domestici non retribuiti per 21 ore a settimana), India (18 ore), Spagna (15 ore), Nuova Zelanda, Turchia e Canada (14 ore), Corea (13,5) e Francia (12,5). Facile comprendere, quindi, che il livello di soddisfazione della vita delle italiane non arrivano alla sufficienza: le nostre connazionali si fermano al 5,8 contro il 6 dei loro compagni e il 6,7 della media Ocse. Perché il “doppio fardello delle donne”, dice l’Organizzazione, può dare origine a “riduzione del tempo a propria disposizione e stress, con effetti negativi sulla qualità della vita e sulla salute”.
A rendere più avvilente l'istantanea dell'Ocse, la consapevolezza di come l’Italia risulti addirittura in controtendenza nel divario tra i sessi. Mentre nella maggior parte dei Paesi Ocse il “gender gap” è diminuito, da noi è in aumento. E il tasso di occupazione femminile resta inferiore: il 47% delle donne italiane lavora, contro il 67% degli uomini e il 60% della media Ocse (74% contro 84% per i laureati). Stesso discorso vale per gli stipendi (-12%) e per la rappresentanza femminile in Parlamento, dove le donne sono ancora una minoranza. Ad avere un impiego part time sono un terzo delle italiane, rispetto a una media Ocse del 24%.


Fonte: Ocse