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Viterbo - Incontro CIF - Carivit: imprenditoria femminile si sta sempre più distinguendo nel settore del sociale

Si è tenuta presso la Camera di commercio di Viterbo, la riunione del Comitato per l’imprenditoria femminile, che ha incontrato il presidente della Fondazione Carivit, Mario Brutti. Il presidente ha esordito
sottolineando come, nonostante la crisi, l’imprenditoria femminile si stia sempre più distinguendo in settori, come quello del sociale, dove si registra una rilevante presenza rosa. “Oggi ci sono una serie di attività che si allargano ad un cambiamento del welfare – ha detto Brutti – e la cui risposta non può venire solo da un sistema pubblico. Si va cioè a formare una realtà molto più ampia che non può essere solo statale.” Il presidente della Fondazione Carivit ha poi aggiunto come lui stesso abbia visto nascere iniziative d’impresa di donne che si sono sapute distinguere, come nell’agricoltura, nel campo del benessere, della ristorazione. Brutti ha poi ribadito che la crisi non è di certo terminata: “Stiamo ancora dentro la crisi dal 2008 e nel 2010 abbiamo avuto l’illusione che questa potesse
essere passata. In realtà la crisi di origine finanziaria si è trasferita in Europa e noi ne abbiamo fatto le spese in maniera pesantissima. Sappiamo che dell’Europa non possiamo fare a meno, ma sarebbe il caso che l’Italia in Europa contasse di più”.

Brutti ha poi analizzato i dati della disoccupazione, ma ha anche posto una precisazione: “I dati di oggi son convinto che riflettono il periodi di ieri. Il periodo peggiore è stato il 2013. Adesso notiamo qualche elemento che può far pensare ad un cambio di rotta. Il problema – ha evidenziato Brutti – è la velocità con cui si cambia, consapevoli che noi non torneremo più come prima perché è cambiato il mondo. Il problema è guardare avanti e trovare i giusti modi per farlo”.
Il presidente della Fondazione Carivit ha posto quindi l’attenzione sull’innovazione. “Abbiamo costruito una macchina pubblica sempre più pesante – ha aggiunto – Un sistema che sembra fatto per non far fare con una serie di leggi che non garantiscono più nulla. Bisogna creare le condizioni per cui si possa fare impresa.” Altro problema toccato da Brutti quello del credito, con le banche che hanno sempre più ristretto la capacità di far credito. “Questo è un problema serio – ha sottolineato – Tutte le nuove idee devono viaggiare su un po’ di rifornimento di credito a rischio. Abbiamo anche in Italia forme di finanziamento, ma sono molto limitate”.  

La presidente del Comitato per l’imprenditoria femminile Serenella Papalini ha chiesto a Brutti il significato di un dato emerso nel corso della  presentazione del XIV rapporto sull’Economia della Tuscia della Camera di Commercio, ovvero il “vigore economico “ che pone Viterbo al 18esimo posto. “Come cittadina – ha affermato Papalini – mi sembra che ci sia poca percezione di questo vigore economico. Se Viterbo ce lo ha come facciamo a trasmetterlo?”. “Il vigore economico – ha risposto Brutti – non è un punto di arrivo , ma una potenzialità. Abbiamo di fatto la potenzialità di mettere insieme realtà di un’economia mista e ciò costituisce molte volte un valore in contabilizzazione. Il presupposto sarebbe però un fisco corretto, una legislazione chiara, uno Stato efficiente. Forse sarebbe più giusto dire –
ha precisato Brutti – che stiamo meno peggio di altri”.  Il presidente della Fondazione Carivit ha poi elencato le risorse che vanta il nostro territorio, a partire dall’agricoltura per proseguire con il turismo. “Una delle forme di crescita di Viterbo sta proprio nell’alloggio/ristorazione. E’ che dovremmo entrare in rete, visto che oggi si viaggia moltissimo sulla rete. Dobbiamo saper valorizzazione quello che di positivo abbiamo. Sembra che anche il clima di fiducia stia un po’ riprendendo”.  Nota molto dolente evidenziata da Rita Sozio e confermata da Brutti è la scarsa qualità della classe dirigente non in grado neanche di portarsi a casa i fondi europei.

“Il quadro della nostra classe politica è alquanto impietoso – ha asserito Brutti – Se c’è disponibilità di fondi a livello europeo e poi non si è capaci di utilizzarli si perdono delle opportunità”.  Brutti, infine, ha
precisato che la sua Fondazione vanta 1 milione e mezzo -2 milioni di euro l’anno che vengono distribuiti per iniziative che il sistema non riesce a coprire come borse di dottorato, progetti relativi al disagio sociale nelle scuole, progetti di ricerca che riguardano i prodotti locali e progetti che toccano il sociale sul piano psicologico dell’integrazione”.  Infine, ha ricordato il progetto di microcredito della Fondazione rivolto proprio alle donne, che ha un limite di 10 mila euro.  “Ci sono giunte 20 richieste – ha riferito -  e soltanto 2 non sono in regola. Le altre 18 lo sono”.

Data di pubblicazione: 20/06/2014 10:37
Data di aggiornamento: 30/06/2014 10:59