.:: IF - comitati per l'imprenditoria femminile ::.


Home > Comunicazione > News > Misure per l'occupazione femminile tra tutele e incentivi

La rete italiana dei Comitati per l’imprenditoria femminile

Il contenuto di questa pagina richiede una nuova versione di Adobe Flash Player.

Scarica Adobe Flash Player

Misure per l'occupazione femminile tra tutele e incentivi

Nel nostro Paese, il 'problema' del basso tasso di occupazione femminile costituisce il cuore dell'emergenza occupazionale e, allo stesso tempo, un elemento centrale delle 'soluzioni' per uscire dalla crisi, dato che la valorizzazione del ruolo economico delle donne è una sorta di lievito per la ricetta della crescita equa. In questo contesto, si esaminano le misure racchiuse nella legge n. 92 del 2012 (e nel "decreto Fornero-Grilli") dirette ad aumentare la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro. Le disposizioni esaminate prevedono, nel rapporto di lavoro, nuove tutele per la genitorialità e, nel mercato del lavoro, nuovi incentivi all'occupazione femminile, il tutto per rafforzare la leva della sicurezza della persona che lavora in un'ottica di genere, ma seppur gli obiettivi sono condivisibili, le tecniche utilizzate per lo più sono discutibili.
Premessa
La riflessione sulle nuove misure per l’occupazione femminile, con particolare riferimento alle disposizioni introdotte dalla recente riforma del mercato del lavoro (c.d. “riforma Fornero”, l. 28 giugno 2012 n. 92, entrata in vigore il 18 luglio), non può prescindere dall’analisi del contesto socio-economico di riferimento, cioè dai dati relativi alla partecipazione e alle caratteristiche della condizione delle donne nel mercato del lavoro italiano. Tuttavia, in considerazione dell’oggetto dell’indagine, ancor prima dei dati contano le parole per le dirlo, rendendo opportuna una premessa sulla questione della lingua “femminile”.
Nella convinzione che la leva principale del cambiamento della condizione delle donne nella società sia quella culturale, e che per un effettivo superamento delle diseguaglianze sia importante anche la critica agli stereotipi culturali in primis linguistici, ritengo di usare una semantica che valorizzi il ruolo della donna, con una sostanziale equità d’impiego delle parole, come suggeriscono studi recenti sulla parità di trattamento linguistico.
La necessità di foggiare nuove norme d’uso per una lingua rispettosa della parità di genere, nasce dall’esigenza di non nascondere sotto il velo del genere maschile, considerato “neutro”, la presenza di donne nei ruoli di prestigio e di potere nella società italiana. Per questo ho imparato a usare la declinazione femminile anche per i nuovi ruoli per le donne, a partire da quello di Ministra, professoressa ordinaria, Elsa Fornero, che ha varato la riforma in parte qui commentata.


Fonte: Ipsoa.it

Data di pubblicazione: 07/03/2013 15:58
Data di aggiornamento: 07/03/2013 16:02