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Alto Adige - Differenziale retributivo tra donne e uomini - un'analisi oggettiva

Anche in Alto Adige il differenziale retributivo tra donne e uomini è sempre più frequentemente oggetto di discussione. Invece di condurre un dibattito oggettivo spesso però prevalgono argomentazioni soggettive che portano a un’immagine distorta della situazione reale. “È troppo riduttivo affermare che la retribuzione dipende dal genere del dipendente. Dobbiamo considerare anche altre motivazioni per le quali le donne guadagnano meno degli uomini”, sottolinea il Presidente della Camera di commercio, Michl Ebner.
Da un recente studio dell’ASTAT è emerso che in Alto Adige la retribuzione lorda delle donne occupate a tempo pieno è in media del 17 percento inferiore a quella degli uomini. Un’analisi presentata recentemente dall’IPL (Istituto promozione lavoratori) sulle aziende con più di 100 dipendenti evidenzia invece un divario retributivo addirittura pari al 28 percento. A parte la questione su quale numero sia effettivamente rappresentativo per l’Alto Adige, esistono anche altri fattori che incidono su tali differenze.
Lo studio dell’ASTAT confronta le retribuzioni lorde dei lavoratori e delle lavoratrici. Se invece si analizzasse la retribuzione netta, la differenza diminuirebbe a causa della tassazione progressiva dei redditi.
Da un’analisi dell’età dei lavoratori e delle lavoratrici emergono maggiori differenze retributive con l’aumentare dell’età. Ciò dipende in parte anche dal fatto che una donna che oggi ha 50 o 60 anni in passato aveva meno possibilità di seguire una formazione o intraprendere degli studi. Le donne di età più avanzata vantano quindi spesso un’istruzione inferiore dei loro colleghi maschi e guadagnano pertanto anche meno. Oggi la situazione è diversa: le studentesse altoatesine superano del 33 percento gli studenti maschi eliminando così lo svantaggio dell’istruzione e creando i presupposti perché la situazione si inverta in futuro.
Lo studio citato analizza il numero di giorni di lavoro dei dipendenti a tempo pieno senza considerare le ore effettivamente prestate. L’Istituto tedesco di ricerca del mercato del lavoro e delle professioni (Institut für Arbeitsmarkt- und Berufsforschung) ha dimostrato che gli uomini occupati a tempo pieno lavorano all’anno circa 100 ore (pari al 5,5 percento) in più delle donne occupate a tempo pieno. Già così si spiega quasi un terzo del differenziale retributivo.
Anche la scelta professionale delle donne si differenzia da quella degli uomini. Le donne scelgono il lavoro in base a interessi, esigenze e abilità differenti. Optano ad esempio in misura superiore alla media per un’occupazione nel settore pedagogico che di norma è meno retribuito di un lavoro fisico o tecnico, svolto prevalentemente da uomini.
Inoltre le donne ambiscono meno frequentemente a posizioni dirigenziali rispetto agli uomini, quasi sempre per motivi famigliari. Un confronto tra retribuzioni ha solo senso se effettuato sulla base delle stesse mansioni e responsabilità. Anche gli uomini percepiscono retribuzioni differenti a seconda delle mansioni che svolgono in un’impresa.
Spesso si afferma che le donne sono più moderate nelle loro richieste salariali e che si attendono un salario più basso. Uno studio del Ministero federale tedesco per famiglie, donne e giovani, conferma che le donne richiedono effettivamente una retribuzione inferiore, dando però più importanza al posto di lavoro sicuro e a tempo indeterminato e alle prestazioni sociali quali orari di lavoro flessibili o conciliazione di famiglia e lavoro. Su questo punto già oggi molte imprese altoatesine cercano di venire incontro a collaboratori e collaboratrici.
Per i motivi su esposti non è corretto motivare il differenziale retributivo tra donne e uomini – che sicuramente esiste – solo con l’appartenenza di genere. Va invece analizzato in modo differenziato per non lanciare falsi segnali a lavoratrici e lavoratori, genitori, giovani, imprese e non per ultimo anche alla politica.
La Camera di commercio di Bolzano si impegna per pari condizioni e opportunità nell’economia per donne e uomini. Tra i progetti e le collaborazioni in corso figurano il Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile, il Girls‘ Day (Commissione per le pari opportunità del Comune di Bressanone) e l’iniziativa MINT (Ripartizione Diritto allo studio, università e ricerca scientifica della Provincia Autonoma di Bolzano).

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Per informazioni è possibile rivolgersi all’IRE – Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano, persona di riferimento Georg Lun, tel. 0471 945 708, eMail: georg.lun@camcom.bz.it.
 

Data di pubblicazione: 25/06/2013 13:18
Data di aggiornamento: 25/06/2013 16:53