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L'Emilia-Romagna si tinge di "rosa" - sul lavoro comandano le donne

Donne sesso forte. In tempi di crisi - e di guerra - le maniche se le rimboccano, anziché fino al gomito come fanno ogni giorno, fino alla spalla. Sempre più spesso diventano capofamiglia, ma anche capi d'azienda e "vertici" nelle amministrazioni pubbliche. Un'indagine di Red Sintesi ha fotografato la distribuzione del "potere rosa" in Italia. I ricercatori sono riusciti a ridurre a un numero, un indice, il potere politico, sociale ed economico che le donne hanno conquistato nelle varie regioni dello stivale. È stato elaborato un "pacchetto di indicatori" da combinare tra loro che analizzano il tasso di imprenditorialità (Infocamere), l'accesso alle professioni ad elevato livello di specializzazione, alle posizioni dirigenziali e a stipendi di almeno 1.500 euro mensili netti (Istat). Fatta 100 la media nazionale, le regioni con un indice superiore sono quelle dove c'è una maggiore concentrazione di donne al vertice.

Dove sono le donne al vertice

L'Emilia Romagna è al primo posto della classifica con 125, seguita dalla Toscana con 124 e dalla Campania con 115. Tre risultati che dimostrano come non esistano grandi differenza geografiche tra Nord, Centro e Sud. "L'Emilia Romagna è al primo posto grazie al forte potere politico delle donne e da una buona situazione lavorativa" spiegano da Red Sintesi. "Anche in Toscana è così:  sono buone sia la rappresentanza politica che la presenza imprenditoriale e l'accesso alle posizioni dirigenziali. La Campania si contraddistingue soprattutto per un buon accesso delle donne alle professioni e alle posizioni elevate: qui non sono molte le donne che lavorano e quelle che entrano nel mercato del lavoro sono "selezionate", Alto anche il tasso di imprenditorialità, 26,7%, nettamente superiore alla media nazionale (23,5%)".

Fanalini di coda  Veneto (63) e Calabria (62) ma per due motivi opposti: nel primo caso le donne partecipano in modo più massiccio al mondo del lavoro, mentre nella seconda sono poche le quote rosa nella pubblica amministrazione e ai vertici delle aziende private.

Salta all'occhio come al Sud le donne, forse per fronteggiare la scarsità di posti di lavoro, si mettano in proprio avviando delle aziende. Molto più che in regioni che nell'immaginario collettivo dovrebbero avere una più spiccata vocazione imprenditoriale, come Veneto, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Lombardia. "Le donne del Sud sembrano trovare nell'imprenditoria una strada alternativa alla disoccupazione, vi è quindi una maggiore presenza di imprese gestite da donne in Molise (29,9%), in Abruzzo (27,7%), in Basilicata (27,7%) e nella Campania (26,7%)" continuano gli esperti.

Al Sud avviene una fortissima selezione delle donne che lavorano, molto più che al Nord, per cui se si guardano i valori assoluti è in Lombardia che le donne occupano posizioni più qualificate (18%), seguita da Lazio e Veneto (10%) ma se si guardano i valori relativi alle donne occupate, c'è un ribaltamento del quadro, con la Campania in testa (il 40% delle donne occupate svolgono lavori qualificati), tallonata dalla Lombardia (39%) e dalla Sicilia (38%), mentre il Veneto scivola in fondo col 32%. Stessa situazione se si considerano le donne che ricoprono ruoli da dirigente: Sardegna, Sicilia e Campania (tutte intorno al 13%) surclassano Veneto e Trentino Alto Adige (intorno al 9%).

"Le donne lavoratrici del Mezzogiorno sono soggette a una maggiore selezione rispetto a quelle del Nord" concludono dal centro ricerche "e questo porta solo le più istruite ad avere reali possibilità d'ingresso nel mercato del lavoro. Perciò c'è una maggiore presenza di donne che occupano posizioni elevate. Basta guardare i tassi di occupazione: in Campania solo il 21,8% delle donne con più di 15 anni lavora, nel Veneto questo valore sale al 40,9% e nel Trentino Alto Adige arriva al 46,8%, quindi nel mercato del lavoro ricoprono un po' tutte le posizioni, dalle più alte alle più basse. In Campania invece, per esempio, la partecipazione femminile è minore e questo consente solo alle più istruite e preparate di entrare nel mercato del lavoro".

Fonte: La Repubblica - 22 giugno 2013

Data di pubblicazione: 25/06/2013 13:05
Data di aggiornamento: 25/06/2013 13:09