Toscana - Imprenditoria femminile, la crisi non ferma l'onda rosa
Lenta ma costante l'avanzata delle aziende in rosa. Il sistema imprenditoriale toscano vede avanzare le imprese femminili che a fine giugno 2013 erano 100.985 (pari al 24,3% delle imprese registrate nei registri camerali toscani). Rispetto a giugno 2012 l'incremento è stato del +1,0%. Una performance in controtendenza, dato che l'imprenditoria non femminile risulta ancora in lieve calo (-0,1%). La Toscana si conferma inoltre la regione più dinamica d'Italia per tasso di sviluppo dell'imprenditoria femminile (insieme alla Lombardia), con una crescita ben al di sopra della media nazionale (+0,3%). Determinante il ruolo giocato dalle straniere (+7,3%): limitando l'analisi alle sole imprese guidate da italiane, la Toscana registra uno sviluppo più contenuto (+0,2%), sebbene sempre al di sopra del dato medio nazionale (-0,1%). E' quanto emerge dall'Osservatorio sulle imprese femminili, frutto della collaborazione tra l'Ufficio studi di Unioncamere Toscana e il Settore Imprenditoria femminile e politiche di genere della Regione Toscana per il II trimestre del 2013.
"La continua crescita delle imprese guidate da donne - è il commento di Vasco Galgani, Presidente di Unioncamere Toscana - è un segnale positivo che accogliamo con grande piacere e che conforta lo sforzo che il Sistema camerale, come altre istituzioni pubbliche, ha profuso in questi anni per la promozione dell'imprenditoria femminile. Non dobbiamo tuttavia dimenticare che le donne imprenditrici rappresentano tuttora solo il 25% del totale, e che ancora lunga è la strada affinché si realizzi un completo riequilibrio di genere. In questo senso, due azioni sono per noi particolarmente importanti. La prima riguarda gli interventi sul credito, volti a favorire l'accesso alle risorse indispensabili per avviare una nuova attività, ambito in cui le donne partono in svantaggio rispetto agli uomini. Il secondo riguarda la predisposizione di politiche e servizi per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, per alleggerire i carichi familiari che potrebbero precludere la scelta di fare impresa al femminile".
LE FORME GIURIDICHE PRESCELTE
Nel tessuto imprenditoriale femminile si registra una forte espansione delle società di capitali (+612 unità pari al +4,1%). A questo exploit si affianca l'aumento delle società cooperative (+1,8% pari ad un saldo netto positivo di 21 aziende) e la crescita costante delle ditte individuali (+281 unità, per una variazione del +0,5%): queste ultime rappresentano tuttora la forma giuridica largamente prevalente, contribuendo per il 59% alle aziende guidate da donne.
DUE TERZI DELLE AZIENDE "IN ROSA" SONO NEI SERVIZI
Circa due terzi delle aziende "in rosa" (per un totale di 65.779 unità) operano nel settore dei servizi: 27.655 nel commercio e 10.071 nel turismo. Il "fare impresa" delle donne, nel periodo giugno 2012-giugno2013, si è orientato soprattutto verso le attività turistiche di alloggio e ristorazione (+3,5%). Le imprese femminili hanno trovato spazi di sviluppo anche fra le attività industriali (+1,5% nell'industria in senso stretto, al netto cioè dell'edilizia, per 193 unità aggiuntive): nel manifatturiero, che conta 12.756 aziende femminili, l'incremento è stato di 174 unità, soprattutto per merito della filiera cuoio-calzature (+143 imprese femminili nel periodo giugno 2012-giugno2013) e, in seconda battuta, grazie al recupero del comparto abbigliamento-maglieria (+71 aziende). A livello dei principali settori di attività, solo l'agricoltura risulta in calo, con una riduzione di 201 imprese femminili nel periodo in esame.
IL RUOLO DELLE IMPRESE FEMMINILI GUIDATE DA STRANIERE
Il bilancio positivo dell'imprenditoria femminile regionale è legato in buona parte alla vitalità delle straniere: +838 unità in dodici mesi (+7,3%), un incremento superiore alla media nazionale (+6,2%). Sono soprattutto le imprenditrici non comunitarie a crescere (+720 imprese, +8,4% rispetto a giugno 2012), ma in sensibile crescita sono anche le imprenditrici comunitarie (+119 unità, pari al +4,1%). Nel periodo in esame la propensione all'imprenditorialità tra le italiane risulta, al contrario, decisamente più debole, anche se resta sempre di segno positivo (+183 unità rispetto a giugno 2012, pari al +0,2%). A fine giugno 2013 le imprese guidate da donne straniere erano 12.301 unità, pari al 12,2% del tessuto imprenditoriale femminile regionale (contro il dato nazionale dell'8,0%).
IL TURISMO PARLA ITALIANO, IL COMMERCIO NO
Le aziende femminili italiane danno l'apporto maggiore nelle attività turistiche (+265 aziende), mentre l'imprenditoria straniera si espande maggiormente nell'industria (+296 unità) e nel commercio (+190), ambiti in cui le imprese femminili italiane arretrano (con saldi rispettivamente pari a -120 e -150 unità).
LA DINAMICA DELLE IMPRESE FEMMINILI GIOVANILI
In Toscana solo il 10,9% delle imprese "rosa" è guidato da donne giovani (meno di 35 anni), che accusano inoltre una flessione nel periodo considerato (-0,8%) seppur meno marcata rispetto alla media italiana (-1,3%). Il calo registrato è inoltre nettamente inferiore rispetto a quanto rilevato per le imprese giovanili non femminili (-6,0% per quelle guidate da uomini under 35, per un saldo netto negativo di 1.820 aziende). Al contrario dell'andamento generale, le imprese straniere femminili guidate da donne con meno di 35 anni fanno registrare un aumento di 86 unità, mentre quelle non femminili riportano una contrazione di 353 unità.
GLI ANDAMENTI TERRITORIALI
L'incremento registrato a livello regionale è frutto di una dinamica analoga tanto per le province della Costa che dell'Interno (+1,0% in entrambi i casi). Fra queste ultime è Prato ad aver fatto registrare il tasso di variazione più elevato a livello regionale (+2,6% per un saldo netto positivo di 221 unità), seguita da Pisa (+196 e +2,0%) e Lucca (+164 e +1,6%). Al quarto posto Firenze (+1,5%), che offre tuttavia il principale contributo alla crescita regionale in termini assoluti (+370 aziende femminili fra giugno 2012 e giugno 2013. Tutte le province toscane fanno comunque registrare saldi positivi, ad eccezione di Arezzo dove si registra un lieve calo (-0,4%).
La situazione cambia sensibilmente qualora si considerino le sole imprese femminili a conduzione italiana, dove ad un più modesto incremento delle province costiere (+0,6%) si affianca addirittura un segno negativo per quelle interne (-0,1%). L'imprenditoria femminile italiana si sviluppa infatti maggiormente a Pisa (+1,3%) e Lucca (+1,2%), mentre subisce una contrazione significativa a Pistoia (-0,9%) e ad Arezzo (-1,2%).
Fonte: Unioncamere Toscana
Data di aggiornamento: 10/09/2013 12:56