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Pordenone: presentato accordo promozione e conciliazione famiglia-lavoro

Tra il 2011 e il 2013 le dimissioni di neomadri convalidate dalle Direzioni territoriali Lavoro in Friuli Venezia Giulia sono state 1.650. La motivazione più frequente delle dimissioni è stata la dichiarata difficoltà di conciliare i tempi del lavoro con la cura della famiglia.

Per arginare questo problema e dare risposta a un fabbisogno diffuso, dopo un lungo e approfondito ascolto del territorio, la consigliera di Parità di Pordenone ha proposto un "Accordo di collaborazione territoriale per la promozione della conciliazione famiglia-lavoro nel mercato del lavoro nella provincia di Pordenone" che è stato sottoscritto lo scorso anno da Provincia, Unione degli Industriali, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Legacoop, Camera di Commercio (Comitato per l'imprenditoria femminile), CGIL, CISL, UIL.

Il Protocollo, che si è posto tra gli obiettivi a breve il monitoraggio, l'incontro quadrimestrale tra le parti per avviare progettualità condivise, lo scambio reciproco di informazioni e buone prassi, e tra quelli più ambiziosi la promozione di misure di welfare aziendale e territoriale rispondenti alle esigenze delle famiglie e delle imprese, è diventato operativo il 5 marzo scorso.

Oggi nella sede della Regione Friuli Venezia Giulia di Pordenone l'Accordo e le sue finalità sono state illustrate nel dettaglio alla presidente della Regione Debora Serracchiani dalla consigliera di Parità Chiara Cristini e dalla assessora provinciale alle Politiche sociali Elisa Coassin.

"Trovo molto interessante l'Accordo di conciliazione sui tempi famiglia-lavoro che è stato sottoscritto dalle parti sociali nella provincia di Pordenone", ha commentato Serracchiani, ricordando che "la Regione sta lavorando al trasferimento delle competenze delle Province in materia di Politiche del Lavoro e in quell'ambito - ha indicato Serracchiani - potrebbe trovare utile inserimento questo Accordo, con la prospettiva di una ricaduta che a partire dal laboratorio Pordenone potrebbe estendersi a tutta la regione".

In tre anni, nella sola provincia pordenonese sono state trecento le dimissioni di donne in specifiche fascie sociali: madri sole; con figli in età prescolare e scolare; donne con necessità di tripla presenza (lavoro, minori, familiare non autosufficiente a carico) o con un familiare adulto non autosufficiente.

"Purtroppo anche nella nostra regione virtuosa e civile assistiamo molto spesso a donne che devono rinunciare al proprio lavoro perché diventano madri e devono accudire i loro figli e familiari. Si tratta - ha sottolineato Serracchiani - di un tema importante che tocca sia le Politiche del Lavoro che quelle sociali: occorre dare garanzia di flessibilità, servizi e opportunità alle famiglie per superare momenti di criticità. Possiamo farlo intervenendo sui servizi e dando le risposte che ancora mancano".

Data di pubblicazione: 23/04/2015 13:15
Data di aggiornamento: 28/04/2015 13:16